Muoversi 2 2021
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È ORA CHE IL SETTORE TORNI A PARLARSI

È ORA CHE IL SETTORE TORNI A PARLARSI

intervista a Luca Squeri


Luca Squeri

Delegato Energia

Gruppo Forza Italia

Camera dei Deputati

Lei è stato per lungo tempo presidente della Figisc, una delle principali sigle dei sindacati dei gestori carburanti. Quale è il suo giudizio sulla situazione attuale e cosa secondo lei non ha funzionato sinora?

La situazione attuale è di forte criticità rispetto alle condizioni in cui si dovrebbe affrontare una transizione, sia pure graduale nel tempo, che cambierà l’aspetto del sistema.

Un complesso di fattori maturati nel tempo e tutti sommatisi negativamente è quel che non ha funzionato. Un sintetico riepilogo: liberalizzazioni, intervenute dopo il decreto 32/1998, che hanno fatto tabula rasa di ogni governo del settore, spesso rincorse solo per l’attenzione mediatica sui prezzi; una visione troppo “oilcentrica” rispetto ad altre occasioni di business da implementare sugli impianti; tutte le mancate razionalizzazioni della rete che non hanno scalfito, ma semmai più diffuso, la pletoricità ed inefficienza degli impianti; la diffusione dell’illegalità fiscale organizzata che oggi si porta via pezzi di rete.

Tutto nell’indifferenza del Legislatore, prima attento ai risvolti mediatici sul prezzo, poi distratto dalle tematiche della transizione ed indotto a considerare questo un settore, più che maturo, decotto.

Oggi si occupa ancora di questi temi ma da deputato. In tale veste ha partecipato alla discussione sulla risoluzione De Toma approvata nel 2019. Ritiene le sue indicazioni ancora valide?

La risoluzione De Toma, in particolare nella sua versione originaria, coglieva plasticamente tutte le tematiche sopra esposte, fotografando gli esodi dal settore di soggetti storicamente presenti e la polverizzazione dei nuovi entranti, la  crescita  irrefrenabile  ed irrefrenata dell’illegalità ed anche, detto con chiarezza, il degrado progressivo delle relazioni economiche e commerciali all’interno del settore, la loro arcaicità, con particolare attenzione alla condizione degli operatori finali di filiera i gestori – rimarcando, sia pure senza dirlo, come, tra tante liberalizzazioni inutili e persino dannose, l’unica mancante fosse proprio quella che doveva introdurre una maggiore equità dei rapporti contrattuali e valorizzare un ruolo imprenditoriale del gestore secondo regole di ordinaria, sia pure con le specifiche peculiarità, “civiltà commerciale”.

Le indicazioni della De Toma sono attuali e necessarie e la cosa peggiore è che finiscano per essere accantonate, in nome della transizione futura e della ridenominazione in chiave politically correct dei nomi dei Ministeri e delle loro competenze e risorse umane.

Come immagina la figura e il ruolo del gestore nei punti vendita del futuro che saranno multi-fuel e multi-service?

Vengono prima le “immaginazioni” e si costruiscono poi gli strumenti per realizzarle, ovvero si fanno prima le condizioni per le quali poi bisogna immaginare qualcosa che vi si adatti?

Le indicazioni della De Toma sono attuali e necessarie e la cosa peggiore è che finiscano per essere accantonate, in nome della transizione futura e della ridenominazione in chiave politically correct dei nomi dei Ministeri e delle loro competenze e risorse umane. Abbiamo già perso occasioni che oggi sarebbero tornate utili ad affrontare la transizione

Non è chiarissimo. Se il multi-fuel, ad esempio, sembra delineato perché sono chiari percorsi e tempi di massima, molto meno chiaro, sembra invece il concetto di multi-service. Su questo aspetto ho già ricordato prima che abbiamo già perso occasioni che oggi sarebbero tornate utili  ad  affrontare la transizione, a meno che non si pensi che si tratti solo di implementare qualche servizio banale, replicandolo da un mercato che già lo offre in mille declinazioni.

Su questo è ora che il settore cominci a “parlarsi” reciprocamente, a meno che non si pensi di risolvere imponendo soluzioni e format prescindendo dall’imprenditorialità e sinergia del gestore.